Quadrato semiotico dei wine lovers
In occasione di Vinitaly, Bosco Viticultori ci ha chiesto una ricerca sugli atteggiamenti di consumo degli italiani verso il vino. Armati di tool di monitoraggio e sguardo semiotico, abbiamo analizzato le conversazioni web e social intorno al vino e sintetizzato i risultati dell’analisi nel quadrato semiotico dei wine lovers.
Due opposizioni sono emerse in modo trasversale nelle conversazioni analizzate:
- la prima: tra chi parla del vino e della sua produzione come qualcosa di sacro, prezioso e da difendere vs. chi ne parla come uno strumento per accompagnare il cibo o una bella serata (profano);
- la seconda: tra chi del vino tematizza la dimensione naturale, come la terra o il vitigno vs. chi lo tematizza come un artefatto culturale, costruito in cantina dall’abilità dell’enologo.
Queste due opposizioni sono gli assi del nostro scenario, che individua 4 tipi di wine lovers.
- I radical: consumatori informati sul processo di produzione e polemici nei confronti degli additivi. Promuovono un ritorno a prassi di produzione genuine e preferiscono i vini naturali.
- Gli enosnob: esperti assaggiatori, sommelier o aspiranti tali. Conservatori, attenti alle etichette e alle norme di gusto. Polemici verso “la moda” del naturale.
- I socialite: per loro il vino è un’occasione di socialità. Preferiscono vini accessibili e quando l’occasione lo richiede si fanno anche guidare da etichette o vitigni rinomati. Wannabe enosnob.
- I pane al pane: per loro il vino è un alimento di base e non un gioiello. Sono disinteressati alle classifiche e scelgono vini semplici, “da osteria”. Diffidenti verso le pose “enofighette”.
Se siete interessati alla ricerca qui uno slideshare che la racconta meglio. Altrimenti bando alle ciance: posizionatevi nel quadrato e beviamoci sù.
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